la Storia del 4X4 Adventure inizia nel lontano 1984 quando nasce dalla passione della Famiglia Papa e un gruppo di amici Il "Club Meridionale Fuoristrada" Primo Club della Regione Campania che coinvolge molti appassionati del settore, tra le provincie di Napoli e Caserta, in attività sportive e turistiche. Dopo un breve periodo di appannaggio nel 2001 i fratelli Papa coinvolgono in questa passione l'attuale Presidente Carmine Papa e il nome viene variato in "My Toy 4x4 Adventure" e nel 2004 per motivi di registrazione del nome in "4x4 Adventure" il resto della storia lo potete leggere dalle pagine di questo sito. M I S S I O N La nostra missione è vivere "insieme" la natura, provare cosa possono offrirci i nostri veicoli e mettere a disposizione la nostra esperienza e la nostra organizzazione al prossimo. Facendoci accompagnare dalla nostra "compagna" nuova o di sempre nelle esplorazioni più avventurose. Esploriamo e attraversiamo luoghi nuovi ed incontaminati come mai abbiamo osato sognare!!! ORGANIGRAMMA 2010 Presidente CARMINE PAPA Segretario CARLO RUSSO Resp Amministrativo DARIO VASSURA Resp Sportivo VALERIO VANACORE Resp Percorsi VINCENZO VELARDI Entra anche tu nel "Mondo 4x4 Adventure" | | I Saticoli popolo dell'appennino Meridionale e la loro città Saticula preesistevano ai Romani Ubicazione Nonostante le incertezze, si può tuttavia ricavare un areale assai probabile del suo sito: doveva trovarsi tra l'antica Capua a nord, Caudium a est e il territorio campano a ovest, sulla sponda sinistra del fiume Volturno, presumibilmente alle pendici del monte Taburno. Saticula (o Saticola) è il nome di un'antica città sannita, facente parte della Confederazione delle città sannite. Il luogo preciso della sua ubicazione è pressocché sconosciuto, perché forse, come dalla tradizione tramandata dalla storia romana e dalla tradizione popolare locale, essa fu completamente distrutta dai Romani per ritorsione e vendetta contro i Sanniti che avevano umiliato i soldati romani alle Forche Caudine (321 a.C.). La sua gente, i Saticoli, viene menzionata da Virgilio nel libro VII dell'Eneide: perciò, già all'epoca della fondazione di Roma, gli abitanti di Saticula venivano distinti tra gli altri popoli dell'Appennino meridionale, e chiaramente indicati e riconosciuti nella loro identità. In effetti, l'area della sua probabile ubicazione sta restituendo a partire già dal XVIII secolo una massa imponente per quantità e straordinaria per qualità di reperti archeologici, come vasellame, monili, monete, oltre a tombe e necropoli etrusche. Sia la tradizione locale che il giudizio esperto di archeologi indicano nell'odierna Sant'Agata de' Goti (BN) la città che sarebbe sorta sul suo areale molti secoli dopo la sua distruzione, e che ne sarebbe l'erede storica. Toponimo Le radici del suo toponimo vanno fatte risalire generalmente al periodo etrusco, e il nome stesso latinizzato in séguito all'espansione della civiltà romana. In effetti, se l'etimo del nome Saticula lo si facesse derivare dal latino, vorrebbe significare "molto coltivata" o "molto colta" e quindi "molto civile", come del resto attestano i vasi saticulani, fra cui un cratere rappresentante il mito di Alcmena, che è conservato nel British Museum di Londra[1]. Ma, poiché i Saticoli e la loro città Saticula preesistevano ai Romani, avrebbe forse ragione uno studioso inglese, che sostiene che l'etimo di Saticula è l'osco "sati-ko"; e quindi, se così fosse, la fondazione di Saticula, o Saticola, si dovrebbe riportare al periodo osco, alle fasi cioè delle migrazioni degli Osci nel Meridione d'Italia (VI-V secolo a.C.). Dall' analisi del repertorio dei ritrovamenti archeologici nell'area presumibilmente di Saticula si può pensare che la città, per la sua posizione geografica di immediato confine con la Campania, fosse più un centro di commerci e di scambi "artistici" e culturali che una cittadella più specificamente militare, quale poteva essere ad esempio Caudium. Difatti, il vasellame di squisita fattura artistica rinvenuto a Sant'Agata de' Goti proveniva da Paestum; e così anche i monili provenivano probabilmente dalla Magna Grecia e dall'Etruria. |