CASAGIOVE Il cambiamento del nome della città fu dovuto al fatto che molti all'interno del Consiglio comunale ritenevano che in passato nella zona ci fosse stato un tempio dedicato a Giove ma in realtà, su ciò che si pensava fosse un errore, ci si è dovuti ricredere dopo un ritrovamento del tempio sui monti Tifatini, grazie alla campagna di scavo della archeologa Valeria Sampaolo. Il tempio è stato ritrovato anche grazie anche al sig. Mario Rivetti che ritrovò tre targhe in bronzo di epoca romana consegnandole alla autorità territoriale. Oggi si può ammirare ciò che rimane del tempio sul Monte Tifata a quota 526, attualmente territorio del Comune di San Prisco. Ma già la Tabula Peutingeriana (copia medievale di un antico stradario del III secolo d.C.) riportava sui Monti Tifatini il simbolo del tempio con l'iscrizione: Iovis Tifatinus (Giove Tifatino). In anni non lontani aveva il nome di "Casanova", quando poi fu unito alla villa di Coccagna assunse il nome di comune di Casanova e del riunito Coccagna. In realtà a detenere il potere fu sempre il casale di Casanova e Coccagna ne dovette in più occasioni subire le decisioni. In seguito al ritrovamento di reperti della civiltà sannitica, si è fissata quale datazione convenzionale dei primi insediamenti umani sull’odierno territorio casagiovese, attorno al 400-300 a.C. Il successivo sviluppo della realtà civica casagiovese si verificò dopo la nascita del villaggio limitrofo di Torre, attuale Caserta, tra il XVI e il XVII secolo. Infatti una grande espansione demografica si verificò in seguito all’avvio dei lavori della Reggia di Caserta, iniziata nell’anno 1752. Poiché furono molti coloro che impegnati nei lavori del grandioso progetto Borbonico, tanta parte si stabilì con le loro famiglie sul territorio casagiovese. San Leucio è un'importante frazione del comune di Caserta nota sia per ragioni storiche che artistiche, posta a 3,5 Km a nord ovest della città. Il nome è dovuto al monte ai piedi del quale sorge, considerato dalla popolazione come sede dell'eremitaggio dell'omonimo santo. A San Leucio è tutt'ora presente l'antica seteria che vantava produzioni di seta per tutta l'Europa; ancor oggi, le sete di San Leucio si possono ritrovare in Vaticano, al Quirinale, nella Sala Ovale della Casa Bianca: le bandiere di quest'ultima e quelle di Buckingham Palace sono fatte con tale materiale. Il sito reale, insieme alla Reggia di Caserta, è stato riconosciuto come Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. | PERCORSO SUV
CASERTAVECCHIA Le origini di Casertavecchia sono ancora incerte, ma secondo alcune informazioni estrapolate da uno scritto del monaco benedettino Erchemperto, Ystoriola Langobardorum Beneventi degentium già nell'anno 861 d.C. esisteva un nucleo urbano denominato Casam Irtam (dal latino: "villaggio posto in alto"). Il borgo ha subito nel corso della storia varie dominazioni. Originariamente appartenente ai Longobardi, Landolfo dei Longobardi di Capua alla morte del padre, il conte Landone, s'impossessa della città; ma lo zio, Pandone il Rapace riesce ad agguantarlo, dopo l’863 Casertavecchia fu occupata dal figlio del Rapace, Landolfo. Ma solo nell’879 con l’altro figlio del Rapace, Pandolfo, comincia la serie dei conti di Caserta. A seguito delle incursioni saracene e alle devastazioni delle città della pianura, gli abitanti e il clero delle zone circostanti, in particolare quelli della scomparsa città di Calatia, trovarono in Casertavecchia, protetta dalle montagne, un rifugio sicuro. In questo periodo la popolazione aumentò in modo così considerevole da determinare il trasferimento della sede vescovile dell'antica città di Calatia all'interno del borgo. Nel 1062 ebbe inizio la dominazione normanna che portò il paese al massimo livello di splendore con la costruzione dell'attuale cattedrale, consacrata al culto di San Michele Arcangelo. Con alterne vicende il borgo passò sotto la dominazione sveva con Riccardo di Lauro (1232-1266), il quale accrebbe l'importanza del borgo anche da punto di vista politico. Nel 1442 il borgo passò sotto la dominazione aragonese, iniziando così la sua lunga e progressiva decadenza: a Casertavecchia restarono solo il vescovo e il seminario. Con l'avvento dei Borboni e la costruzione della Reggia, Caserta diventa il nuovo centro di ogni attività a scapito di Casertavecchia, alla quale, nel 1842, viene tolto il vescovado, anch'esso trasferito a Caserta. Nel 1960 l'insediamento di Casertavecchia è stato inserito nella lista dei monumenti nazionali italiani[1]. Da allora il borgo ha conosciuto un progressivo ritorno di interesse, legato principalmente al turismo. LUOGHI DA VISITARE - Il Duomo - L'interno del Duomo - Il castello - Il campanile del Duomo - La piazza (Il palazzo vescovile, il seminario, la casa canonica) - La cappella di San Rocco - La chiesa dell'Addolorata - La chiesa dell'Annunziata - Le case - La cappella di Sant'Andrea | | PERCORSO OFF ROAD
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